IL
PARCO
Il parco del Coto
Doñana è uno dei parchi
più estesi d’Europa ed interessa l’area
della foce del fiume Guadalquivir in un triangolo compreso tra le città di Siviglia,
Jerez e Huelva. Rappresenta il secondo
complesso di zone umide per importanza dell’Europa
occidentale dopo il Waddensee (il tratto di costa che
va dall’Olanda al territorio danese). Il Coto Doñana
è la più estesa area protetta spagnola,
riserva della biosfera per l'UNESCO e Patrimonio dell'Umanità
dal 1994. Istituito nel 1978,
è costituito da due distinte aree: il Parco
nazionale che occupa una estensione di 50.174 ettari
e l’adiacente e omonimo Parco
naturale (chiamato Entorno
de Doñana) di 53.709 ettari. Lorigine del
nome del parco è da far risalire al XVI secolo
quando il settimo duca di Medina costruì un palazzo
per la sua sposa, Doña
Ana Gómez de Mendoza y Silva.
Le terre circostanti presero presto la denominazione di Bosque di Doña Ana o Coto de Doña Ana,
finché il nome si contrasse fino a quello che oggi
conosciamo.
Il Coto Doñana è terra di spazi immensi
e di contrasti estremi: è ponte tra l’Europa
e l’Africa; è stretta tra l’Atlantico
ed il Mediterraneo. Si trova tra due continenti e proprio
per questo presenta una concentrazione quantitativa e
qualitativa di specie inimmaginabile altrove. Quasi la
metà delle specie di uccelli europee (di cui circa un centinaio stanziali ed altrettante migratorie)
per una somma di circa sei milioni
di individui transita ogni anno per queste terre.
Oltre ciò è di somma importanza per la presenza
di alcune specie estinte altrove quali la Lince iberica
o l’Aquila imperiale spagnola. Annovera, inoltre,
specie animali estremamente interessanti quali il Cervo,
il Cinghiale, la Lontra, il Gatto selvatico, la Puzzola
e la Genetta. Un caso particolare e quello del Camaleonte
africano presente in Europa solo in queste aree. Tra gli
anfibi, il Tritone marmorato, il Rospo ostetrico, il Rospo
calamita. I rettili sono ben rappresentati con specie
quali la Lucertola ocellata, la Testuggine greca, il Colubro
lacertino, il Colubro ferro di cavallo, la Natrice viperina,
la vipera di Lataste
La "Madre
de las Marismas" è la maggiore delle paludi salmastra
perennemente allagate |
Come già accennato il Coto Doñana è
in realtà costituito da due distinte aree: il Parco
Nazionale, strettamente protetto, che occupa la parte
più pregiata e più vicina al mare ed il
Parco Naturale o Entorno de Doñana,
all’esterno della prima area di cui rappresenta
la naturale continuazione, con regole meno restrittive
ed in cui è permesso l’accesso in fuoristrada.
L’ambiente naturale, vastissimo (più di 100.000
ettari) presenta tre
ecosistemi principali:
I Cotos (cioè la parte stabile del parco) un vastissimo
terreno incolto inframezzato da sugherete, boschetti di
pino domestico, corbezzolo, frassino. È’
questo il regno dei rapaci (Aquila imperiale, Aquila minore, Poiana, Nibbio reale,
Nibbio bruno, Biancone, Gheppio etc.), dei passeriformi (usignoli, averle ect.) e di vere rarità (Cuculo dal ciuffo, Succiacapre collorosso etc.). Due
casi particolari sono quelli della Gazza
azzurra presente solo qui ed in Portogallo
e riscontrabile in Europa solo in Asia orientale a più
di 8.000 km di distanza e del Camaleonte
africano presente unicamente in alcune ristrette
aree del parco (unico sito in Europa).
Le Marismas,
cioè l’intricato intreccio delle paludi salmastre
formate dal Guadalquivir e dagli altri vecchi bracci del
fiume, lagune, pianure ricoperte da salicornia, canali
e giuncheti. Questo è l’ambiente in cui si
concentra la maggior parte delle specie di uccelli, specialmente
di quelli acquatici, alcune delle quali, specie in inverno,
presentano concentrazioni immense di individui (70.000
oche selvatiche, praticamente tutte le specie di anatidi
europee con punte di 150.000 - 200.000 individui, gli
uccelli di ripa con Beccaccie di mare, Pivieri e Pivieresse,
Chiurli, Pittime reali e comuni, Pavoncelle e un numero
notevole di passeriformi). Rimarchevoli, in termini quantitativi,
le presenze tra gli svernanti del Tarabuso, dell’Airone
guardabuoi e soprattutto della Cicogna bianca. E naturalmente
molti rapaci svernanti predatori quali falchi Pellegrini e Pescatori.
Nelle marismas esistono poi una serie di sottoambienti essenziali alla vita di tutto l’ecosistema del Doñana:
Le vetas aree sopraelevate,
allagate e solo nei periodi di grandi inondazioni e luogo
di nidificazione dei limicoli quali Cavalieri d’
Italia e Avocette. I lucios,
i terreni più bassi, che rimangono completamente
allagati per tutto il periodo dell’anno preferiti
in particolare da fenicotteri ed Avocette. Le quebradas acque superficiali basse, costantemente inondate e quindi
luogo di pastura ideale per i limicoli.
Infine i caños cioè
i canali naturali che tengono in vita la marisma, luogo
prediletto dalla rarissima Folaga crestata e dal Pollo
sultano. Infine il terzo ecosistema è rappresentato
dalle spiagge di dune
mobili, situate tra il mare e le paludi,
disposte su quattro fronti e larghe sino a 5 km, in eterno
cambiamento a causa del mare e del vento che le modellano
spingendole verso il fiume che le riporta poi al mare
ricominciando il ciclo.
Il villaggio
de El Rocio, proprio al limte da la Madre de las Marismas
centro di partenza obbligato per una visita al parco |
Verso la metà del mese di Giugno di quest'anno,
ho avuto la fortuna di visitare questo splendido luogo
ricavando sensazioni, emozioni (e fotografie) che, credo
mi faranno compagnia per parecchio tempo. Premetto che
ero in viaggio turistico con la famiglia, per cui ho potuto
dedicare al Parco ed alla fotografia solamente due giorni
pieni ed una mattinata. Molte delle cose che ho visto
le ho potute appena assaporare e molte altre non ho potuto
vederle. Credo che, per apprezzare appieno questa natura
estrema, siano necessari non meno di 7-10 giorni. E vista
l'estensione degli spazi un'automobile (meglio un vero
fuoristrada) si rende assolutamente necessaria. E' vero
che vi sono molti operatori turistici del luogo che organizzano
svariate forme di safari in Land Rover; Ma, a parte il
fatto che i costi non sono proprio economici, si sà
che il fotografo naturalista è anarchico per antonomasia,
ed ama muoversi liberamente e con i propri tempi. Comunque
nel villaggio de El Rocio opera Discovering
Doñana (www.discoveringdonana.com)
fondata dai coniugi italiani Claudio e Marina Manetti
che vi farà vivere il parco "dal di dentro"
come amano dire loro.
El Rocio,
villaggio fuori dal tempo famoso anche per
il suo vino |
A chi, comunque avesse organizzato la visita con i propri
mezzi, consiglio di passare almeno un giorno al villaggio
di El Rocio.
Qui, tra l'altro vi sono alcuni ottimi alberghi in cui
si potrà soggiornare anche se personalmente preferirei
alloggiare nel paese vicino di Matalascañas per diversi motivi. Intanto El Rocio è un villaggio
pressocchè deserto per lunghi periodi dell'anno.
Non ha strade asfaltate (anzi la sabbia è molto
fine) per cui se siete allergici o vi da fastidio la polvere,
non è proprio il posto per voi. Inoltre è
situato proprio ai margini della marisma con gli ovvi inconvenienti realtivi ad umidità
e mosquitos (zanzare). Di contro se amate le vacanze spartane
e avete spirito di adattamento questo villaggio saprà
regalarvi atmosfere e momenti fotografici fantastici.
Basti pensare che la "passeggiata" del paese
corre lungo il margine della palude e dalle panchine di
tale passeggiata, potrete fotografare (a portata di un
500 mm) limicoli ed acquatici di tutti i tipi, nibbi reali
e bruni (qui veramente onnipresenti), fenicotteri, mignattini,
aironi, spatole ed ogni altro ben di Dio.
Pittime reali fotografate dalla
passeggiata de El Rocio |
Se poi volete vivere una esperienza
indimenticabile (ed adrenalinica) El Rocio saprà
offrirvi tutto ciò:
Infatti questo paese è noto in tutta la Spagna
per una festa che vi si tiene: in realtà è
ben più di una semplice festa e rappresenta un
rituale che vede conivolte migliaia di persone. Durante
la Semana
Santa (che ricorre la prima settimana di
Giugno), decine di migliaia di Gitani provenienti da tutta l'Europa si riuniscono qui per un
pellegrinaggio che ha come meta ultima l'omaggio alla
Vergine, il cui culto si professa all'interno della cattedrale
al centro del paese. In questo periodo El Rocio si trasforma
in una esplosione di vita, colori, luci, danze e flamenghi.
E più di qualche fotografo ha fatto la sua fortuna,
in Spagna, ritraendo volti e situazioni di questa festa.
La cattedrale de El Rocio centro
e meta del pellegrinaggio rituale di milgiaia di Gitani durante
la "Semana Santa" |
Comunque, al di là
della avifauna fotografabile nella Marismas e della festa
della Semana Santa, ciò che mi spinge a consigliare
questo luogo come punto centrale per l'esplorazione del
Coto Doñana, è soprattutto il fatto che
da qui partono le piste che si inoltrano nel Parco Naturale,
quello quindi in cui sono consentite le escursioni in
fuoristrada, e da cui, tra l'altro partono i safari organizzati.
Se volete farvi un quadro preciso della situazione vi
consiglio caldamente di visitare il sopracitato sito di
Discovering Doñana che è stato per me una
miniera inesauribile di informazionie utili. Tra l'altro
vi potrete trovare indicazioni su tutti i percorsi (senderos)
turistici fruibili del parco, l'indicazione degli hot
spot per gli avvistamenti dell'avifauna, le liste
di tutte le specie del parco (con i nomi scientifici e
le traduzioni in inglese ed in spagnolo) e moltissime
altre informazioni.
La strada sterrata che cinge ad
anello El Rocio ed alla fine della quale partono le piste
percorribili |
Tra l'altro, in questo sito,
c'è anche una cartina del paese, sommaria ma utile,
in cui è visibile l'anello di strada sterrata che
vi porterà alle piste percorribili in fuoristrada.
Un consiglio: munitevi di un fuoristrada vero perchè
le piste sono costituite da sabbia finissima alta, alle
volte anche mezzo metro, in cui è facile bloccarsi.
E sono piste veramente sperdute in cui potrebbe essere
complesso anche il soccorso.
Se avete un mezzo all'altezza (credo che si possano anche
noleggiare) allora preparatevi ad un vero safari fotografico.
Io ho trascorso una giornata intera a scorazzare in lungo
ed in largo ed ho trovato praticamente di tutto.
Una cicogna confidente all'interna
del parco
|
Le cicogne sono una presenza
costante del parco nel mese di giugno. In pratica ogni
traliccio dell'alta tensione all'interno dell'area protetta
del Parco Nazionale aveva almeno un nido con un piccolo
covato.
Civetta in pieno controluce
|
In una delle piste sabbiose
all'interno del parco mi sono imbattuto in questa Civetta
che sembrava veramente "ancorata" al tronco. Per poterla fotografare, infatti ho dovuto fare veramente
molta confusione. Il tronco su cui stava posata era al
centro di una pista con molta sabbia in una zona non battuta.
Per cui per portami a distanza utile ho dovuto "fare
un pò di rumore" che però l'ha lasciata
del tutto indifferente e tranquilla.
Airone guardabuoi |
Gli aironi sono molto numerosi,
anche se il periodo migliore non è certo l'estate
(tranne che per i Guardabuoi). Durante l'inverno infatti,
in alcune zone del parco (in particolare nella Marisma
Josè Antonio Valverde) si assiste a concentrazioni
di milgiaia di esemplari.
Le aree di visita sono tenute in
modo esemplare: da la Rocina partono numerosi sentieri facilmente
percorribili |
Proseguendo sulla strada che da El Rocio porta a Matalascañas,
dopo neanche un Km, si incontra, sul lato destro della
strada il Centro
Informazioni de La Rocina. La sosta è d'obbligo:
intanto per la gentilezza del personale che farà
di tutto per facilitarvi la visita fornendovi tutte
le informazioni di cui avete bisogno (ma attenzione
a rispettare le regole perchè sono tanto intransigenti
quanto gentili); inoltre alle spalle del centro visita
partono dei sentieri pedonabili, per circa 4
km di lunghezza complessiva, che vi porteranno
ai margini di una splendida palude ricca di uccelli
acquatici di ogni tipo. Prima di tutto una raccomandazione
che vale per tutte le visite nel parco. Non dimenticate
mai di portarvi dietro molta acqua ed un copricapo per
proteggervi dal sole. Qui non si scherza e temperature
di 45-46 gradi sono letteralmente all'ordine del giorno.
Di contro i sentieri sono tutti comodissimi, spesso
in ombra e realizzati con passerelle in legno, anche
passanti, che rendono l'escursione una passeggiata.
Nelle parti terminali sono spesso nascosti da pareti
protettive che vi permetteranno di non essere visti
dagli animali. Una nota personale: vedendo i molti km
di sentieri così ben tenuti e realizzati non
posso fare a meno di pensare alle difficoltà
che trovo in molte aree protette italiane proprio per
l'approssimazione nella gestione della sentieristica.
Tra l'altro le informazioni sulle tabelle sono estremamente
chiare. I capanni di avvistamento poi sono spettacolari.
Per la verità sono un pò distanti dalla
palude ed in posizione sopraelevata, ciò che
li rende perfetti per i birdwatcher ma meno utili per
il fotografo.
Spatola nella "Marismas de
La Rocina" |
Questo però non è
un grosso problema perchè lo stesso sentiero, in
alcuni tratti vi porterà al limite della Marismas
dove, molto probabilmente, farete incontri interessanti.
La spatola della fotografia se ne è rimasta tranquilla
a banchettare a circa 20 metri di distanza ed io ero completamente
allo scoperto.
I nidi di Cicogna sono presenti
a centinaia in tutto il territorio del Coto Doñana
|
Inoltre il consiglio è
di tenere gli occhi aperti sia verso il bosco (o meglio
la pineta) in cui si inoltra il sentiero per lunghi tratti
che verso le aree dove la pineta si allenta lasciando
il posto a cespugli e bassi alberi di tamerice. E' frequente,
infatti, l'incontro con famigliole di cinghiali molto
confidenti oltre che di cervi. Si consideri poi che questo
è proprio l'areale dove più frequentemente
viene avvistata la Lince iberica. L'eventualità di un incontro è,
per la verità, molto rara anche a detta delle guide
del centro, ma ... non si sa mai.
Un discorso a parte meritano le cicogne: nel periodo della
mia visita, cioè la metà di giugno, praticamente
ogni traliccio visibile nell'area del parco conteneva
almeno un nido con il piccolo covato. All'inizio del sentiero Algaida del Meloncillo, che
parte come diramazione del sentiero ad anello de La Rocina
(troverete mappe gratuite per ogni sentiero ed in ogni
centro del parco), dopo un breve tratto sopraelevato all'interno
di un boschetto, non appena usciti nuovamente all'aperto,
c'era ad un centinaio di metri di distanza un grosso traliccio
elettrico sul quale c'erano ben tre nidi di cicogna in
circa due metri : ad un certo punto c'erano, in quei due
metri , ben 7 cicogne, tra piccoli e genitori. Se vi piacciono
le cicogne ed avete pazienza ... buon divertimento!
La gazza azzurra è un notevole
endemismo del Coto Doñana |
ACHEBUCHE
Acebuche è il maggiore dei centri visita del
Coto Doñana. Si trova sempre sulla strada che
da El Rocio porta a Mataslascañas, ad una distanza
di 11 km dal villaggio e su di una devizione a destra.
Questo è un ottimo posto per una giornata e magari
anche per un pranzo, visto che c'è anche un ottimo
ristorante. E', inoltre, il miglior posto per acquistare
libri, cartine e materiale sul Parco. Ma la ragione
principale che vi poterà in questo luogo e che
si tratta del miglior spot per osservare ( e fotografare)
uno degli endemismi più notevoli del Coto Doñana
e cioè la Gazza
azzurra. Già nell'area pic-nic
ce ne sono decine e molto chiasssose. Quando ho visitato
il centro ho avuto la fortuna di trovare dei covoni
di legna accatastata a formare delle piccole piramidi.
Le gazze si posavano in cima a questi mucchi di legna,
penetravano all'interno, catturavano dei piccoli coleotteri
e ..... posavano gentilmente per il fotografo. Una visita
qui non vi deluderà di certo.
Il Nibbio bruno è una presenza
costante nel Coto Doñana |
Non trascurate
di rivolgere lo sguardo al cielo. il Coto Doñana
può, a ragione, essere definito il paradiso dei
rapaci: Aquile imperiali spagnole, Aquile minori, Poiane,
Nibbi reali, Nibbi bruni, Bianconi, Gheppi e molti altri
rapaci riempono i cieli del Parco. In particolare sono
rimasto impressionato dall'enorme numero di Nibbi bruni
(ne ho contati fino a 30 tutti insieme) che sorvolano
le marismas in cerca di prede. Tra l'altro, sono dei
soggetti splendidi fotograficamente parlando perchè,
in certi posti, sembrano letteralmente ignorare il fotografo
sotto di loro.
CONCLUSIONI
Questo resoconto non può e non
vuole essere esaustivo di tutto ciò che il parco
del Coto Doñana può offrire al fotografo
naturalista o al birdwatcher che lo visitino. Come premesso
sarebbero necessari molti giorni per comprendere appieno
l'anima di questo straordinario ambiente. Si potrebbe,
per esempio, parlare dello straordinario ecosistema,
unico in Europa, delle dune
mobili e delle dune fossili,
che in questo spazio non vengono citate. Oppure di un
endemismo che da solo giustificherebbe un viaggio in
questo lembo estremo del sud d'Europa, e cioè
il Cameleonte africano
presente solamente qui e, tra l'altro, in aree molto
localizzate.
Questo articolo rappresenta solamente il tentativo di
condividere, in qualche modo, emozioni e sensazioni
che un posto straordinario come il Parco del Coto Doñana
potrà regalare a chi voglia e sappia recepirle
e, oltre ad un invito a godere di questi luoghi, un
tentativo di rendere, in qualche modo, più agevole
l'organizzazione di un non facile viaggio che, una volta
compiuto, non abbandonerà i vostri ricordi per
molto tempo.
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