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GLI AIRONI DEL PARCO NAZIONALE DEL CIRCEO
Fig. 1 - Airone bianco maggiore (a sinistra) e Cenerino (a
destra)
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INTRODUZIONE
GENERALE
Il Parco Nazionale del Circeo è uno
dei 4 parchi storici italiani insieme al Parco del Gran Paradiso,
al Parco Nazionale d’Abruzzo e al Parco dello Stelvio.
Istituito nel 1934, si estende, oggi, su superficie di circa 8.500 ha. di territorio Pontino: di questi,
però, solo il 60%, appar-tengono alla Stato; il rimante
40% appartiene a Comuni e privati. Ciò determina il fatto
che non tutte le aree del Parco sono soggette agli stessi controlli
ed alla stessa manutenzione e questo, unito ad una antropizzazione
del territorio molto elevata (i due Comuni di Sabaudia e San
Felice Circeo sono di fatto dentro i confini del Parco), nel
corso degli anni ha determinato una pressione antropica
eccessiva sugli ambienti e sulla avifauna presente
e di passaggio.
Ma nonostante questi e molti altri problemi (inquinamento, abusivismo
edilizio, bracconaggio etc.) il Parco Nazionale del Circeo offre
una tale sintesi unica di paesaggi eterogenei , al punto che
nel 1978, l’ Unesco è intervenuta
per tutelare alcune zone con un vincolo speciale, adducendo
il parco alla Convenzione di Ramsar sulle zone
umide.
Particolare pregio, all’interno del Parco, rivestono le
aree lacustri e quelle che circondano i 4 laghi di Paola, Monaci, Caprolace e Fogliano.
Intorno ad essi insistono aree, generalmente adibite al pascolo
delle mandrie di bufali, soggette ad impaludamento nel periodo invernale.
Tutte queste zone rappresentano l’ambiente ideale per
la vita e la sosta delle varie specie di Ardeidi che si possono
osservare nel Parco.
Nel Parco Nazionale del Circeo sono presenti 10 delle 11 specie di aironi presenti in Italia.
Alcune di esse mostrano una presenza costante e numerosa,
con dei picchi in determinati periodi dell’anno; è
questo il caso dell’Airone cenerino (Ardea cinerea), dell’Airone bianco
maggiore (Egretta alba) e soprattutto dell’onnipresente Garzetta (Egretta garzetta). Negli
ultimi anni si è potuto assistere ad un notevole incremento
(anche fuori delle zone del Parco) della presenza dell’Airone
guardabuoi (Bubulus ibis). Molto più
raro è, invece, l’Airone rosso (Ardea purpurea), che si localizza nelle zone di
minor disturbo antropico del Parco. Buona è anche la
presenza della Nitticora (Nyctycorax
nyctycorax) e della Sgarza ciuffetto (Ardeola ralloides), quest’ultima più
legata alle stagioni migratorie. Più elusive e legate
ai ritmi migratori sono invece le presenze del Tarabuso (Botarus stellaris) e del Tarabusino (Ixobrychus minutus). Del tutto occasionale è
invece la presenza dell’Airone schistaceo (Egretta
gularis) di cui si hanno avvistamenti solo negli anni
1987 e 1988.
Di seguito viene fornita una rassegna analitica sulle distribuzione
delle varie specie nel comprensorio pontino, che, insieme
ai Laghi Reatini e al Litorale Romano (foci
del Tevere), rappresenta uno dei 10 siti di rilevante
importanza per l'avifauna laziale.
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Fig. 2 - I pantani stagionali
favoriscono l'arrivo di moltissime
specie di aironi
Fig. 3 - Le aree degli stagni
perenni e dei canneti favoriscono
le specie stanziali e nidificanti
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Airone cenerino (Ardea cinerea)
Fig. 4 - L'Airone cenerino è forse il più comune
degli ardeidi del parco nazionale del Circeo
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L'Airone cenerino (Ardea cinerea) è una specie politipica di
ardeide dalle grandi dimensioni, dalla presenza costante e
dalla uniforme diffusione nel territorio pontino.
Le parti superiori del dorso presentano una livrea grigio-cenere
da cui deriva il nome. Il collo e la testa sono bianchi con
una caratteristica striscia nera sulla nuca. Il becco, lungo
fino a 15 cm, è giallastro. Le zampe sono nerastre.
Zampe e becco assumono una colorazione rossastra o carnacino
in primavera.
Può essere alto fino a 100 cm con una apertura alare
di 2 mt.
Lo si può trovare immobile nell’acqua bassa di
laghi, fiumi, paludi, stagni, prati allagati e canali, intento
a cacciare rane, pesci e rettili che cattura con un colpo
fulmineo del becco.
Nidifica in garzaie, su alberi ad almeno 25-30 metri di altezza
spesso insieme ad aironi di altre specie.
La figura in volo è caratteristica con la testa incassata
all’indietro tra le spalle assumendo così una
caratteristica forma ad “esse” che lo rende inconfondibile.
In Italia è specie sedentaria, svernante (la specie
di Ardeide svernante più numerosa) e nidificante. Si
stimano 12.500-13.000 coppie nidificanti per circa il 97% nelle
vaste aree lacustri, fluviali, paludose ed allagate della
pianura Padana.
Nel Lazio la specie è, come detto, distribuita abbastanza
uni-formemente. Dopo i Laghi Reatini ed insieme al litorale
romano, nei Laghi Pontini si è registrata la maggiore
concentrazione di questa specie.
Complessivamente in queste tre aree si localizzano quasi il
60% degli individui del Lazio.
La specie è stata in continua crescita, anzi in forte
incremento, fino al 2002, dopodichè ci sono state variazioni
e fluttuazioni irregolari con anni di maggiore e di minor
presenza.
E' una specie molto adattabile e poco selettiva per quel che
riguarda gli ambienti la cui maggiore o minore frequentazione
può derivare, di volta in volta e di luogo in luogo,
da fattori contingenti. Così, per esempio nei Laghi
Reatini frequenta spesso le aree adibite ad allevamento ittico,
anzi probabilmente queste hanno rappresentato la causa prima
del incremento notevole per queste zone. Nei comprensori del
Litorale Romano e dei Laghi Pontini, invece, si è manifestata
una notevole predilezione per i canali di bonifica e per i
campi coltivati.
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Fig. 5 - Airone cenerino in
caccia
Fig. 6 - L'airone cenerino condivide
spesso gli ambienti con l'airone bianco maggiore
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Airone bianco maggiore (Ardea alba)
Fig. 7 - L'elegante sagoma
dell'Airone bianco maggiore in volo
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L'Airone
bianco maggiore (Ardea alba) è
una specie politipica di ardeide a diffusione cosmopolita.
Le dimensioni leggermente maggiori dell'Airone cenerino con una
altezza fino a 105 cm ed una apertura alare di 210 cm, ne fanno
l'Ardeide di maggiori dimensioni presente in Italia.
E' assolutamente inconfondibile, sia in volo che posato, per il
piumaggio completamente bianco-candido che non cambia du-rante
l'anno. Ha uno scarso dimorfismo sessuale. il becco è completamente
giallo acceso. Le zampe sono nere o carnacino. Potrebbe essere
confuso solo con la Garzetta (Egretta garzetta) da cui
si distingue, però, per le dimensioni nettamente maggiori
e per il becco giallo.
Le aree in cui è possibile trovarlo sono molto simili a
quelle dell'Airone cenerino e cioè canneti, prati allagati,
risaie, rive di laghi e canali. Qualche volta lo si trova nei
pressi del mare specie in zone con scarso movimento delle acque.
Durante la stagione riproduttiva le piume del dorso si allungano
a formare un ventaglio, il becco diventa nerastro e le zampe di
un giallo acceso o addirittura color carnacino. In volo assume
la classica posizione degli aironi con il collo tipicamente ad
"esse" con un battito di ali piuttosto lento. Si nutre
generalmente di pesci ma anche di insetti, anfibi e rettili; occasionalmente
cattura anche piccoli mammiferi (roditori) o nidiacei di uccelli.
Vive in gruppi di qualche decina di individui ma, a volte, ha
abitudini solitarie. Nidifica spesso in colonie, anche con ardeidi
di specie diverse, in garzaie o tra le canne.
In Italia si stimano dalle 2.000 alle 4.000 coppie svernanti.
La specie si è insediata come nidificante solo recentemente
(36 nidificazioni nella Pianura padana nel 2002).
Nel Lazio come per l'Airone cenerino (Ardea cinerea)
i Laghi Reatini, il Litorale Romano ed i Laghi Pontini sono le
aree dove si è registrata la maggiore concentrazione di
questa specie (il 63% del totale degli individui del Lazio).
L'andamento è stato in crescita fino al 2002 con fluttuazioni
irregolari negli anni successivi.
Probabilmente alcuni esemplari sfuggono ai censimenti perchè
l'Airone bianco maggiore ama frequentare aree agricole distanti
dalle aree oggetto dei censimenti. |
Fig.8 - L'inconfodibile ed elegante
silhuoette dell'Airone
bianco maggiore |
Airone rosso (Ardea purpurea)
Fig. 9 - Airone rosso in volo |
L'airone
rosso (Ardea purpurea) è una specie a distribuzione Paleartica, limitatamente alle regioni
meridionali, Afrotropicale (Africa a sud del Sahara), Orientale
(Asia a sud dell'Himalaya).
E' il più piccolo fra i tre aironi di maggiori dimensioni
(Airone cenerino e Airone bianco maggiore) con una altezza di
70-95 cm, una apertura alare di 150 cm. ed un peso di circa 1,5
kg. In volo somiglia molto all’airone cenerino ed in condizioni
di luce scarsa è facilmente confondibile. Il corpo è
scuro e allungato. La testa e il collo sono stretti e allungati
con il lungo becco con cui afferra le prede. Le zampe presentano
dita lunghe e molto distanziate che gli permettono di camminare
facilmente sui terreni paludosi e sulla vegetazione acquatica.
La colorazione del collo, delle parti ventrali e della parte speriore
delle ali è tipicamente rossiccia con piume lunghe, specie
nella stagione degli amori. Si nutre di insetti (larve e adulti)
che cattura con il lungo becco e ingoia con un rapido movimento
del collo e della testa rigirando le prede dalla parte della testa,
per facilitarne il passaggio attraverso l'esofago. Occasionalmente
mangia piccoli mammiferi, serpenti e lucertole, coleotteri, crostacei
e molluschi. Il volo è potente e regolare con battito di
ali lento e caratteristica posizione con il corpo ed il collo
ad "esse" e le zampe ripiegate sotto il ventre.
Costruisce i nidi solitamente nei canneti o tra altre piante tipiche
delle zone umide, in piccole colonie generalmente composte da
due o tre coppie, o da solo, in cumuli di piante ed erbe che innalza
di circa 1 metro sul livello delle acque.
E’ molto più elusivo dell’Airone cenerino e
dell’Airone bianco maggiore, preferendo sostare all’interno
delle zone più protette di paludi e canneti dove risulta
quindi meno visibile.
Nella Provincia di Latina è specie migratrice regolare
e possibile nidificante. Le segnalazioni riguardano essenzialmente
i Laghi Pontini ( in specie la zona di fitto canneto tra il i
laghi di Caprolace e Paola denominata Stagni di Sant'andrea) ed
il Lago di Fondi; Nel Lazio sono state accertate nidificazioni
nel litorale romano.
E' specie molto timida e sensibile al disturbo sia antropico che
determinato dalla caccia.
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Garzetta (Egretta Garzetta)
Fig. 10 - La garzetta in volo |
La
Garzetta (Egretta garzetta) è un piccolo
airone comple-tamente bianco candido con becco nero, zampe nere
e piedi gialli. La lunghezza è di 55-60 cm., l'apertura
alare di 90-100 cm., ed il peso 400-650 grammi. Il maschio è
leggermente più grande della femmina. Intorno all’occhio
è presente una macchia gialla. Il portamento è particolarmente
aggraziato e l’animale è molto snello e slanciato.
Non presenta dimorfismo e dicromismo sessuale. Vola nel tipico
assetto degli aironi con la testa retratta tra le spalle, il collo
piegato a Z e le ali battute lentamente. In estate l’abito
appare particolarmente bello con le penne scapolari molto lunghe
e delicate cosi come la cresta.
Potrebbe essere confuso solo con l'Airone Bianco maggiore (Ardea
alba ) da cui si distingue, però, per le dimensioni
nettamente minori e per il becco nero.
Frequenta laghi, fiumi, lagune aree acquitrinose aperte ma molto
spesso la si vede anche lungo le coste marine o appollaiata sugli
scogli. Si ciba di piccoli pesci, crostacei, larve e coleotteri
acquatici che cattura usando una tecnica molto particolare. Si
appollaia su un posatoio e tende degli agguati alle prede che
le passano vicino con una tecnica talmente perfetta da garantirle
altissime percentuali di successo. Spesso la preda viene trafitta
con un colpo del becco. Alternativamente insegue i piccoli pesciolini
nell’acqua bassa correndo loro appresso. Nidifica in garzaie,
su pioppi o salici, mischiata con altri aironi. Costruisce i nidi
con vegetazione e canne su alberi alti.
In Italia nidificano circa 15.000-16.000 coppie che rappre-sentano
il 25% di tutta la popolazione europea. La prima nidificazione
nel Lazio è stata registrata nelle Saline di Tarquinia
in una pineta artificiale costiera. E' specie ben rappresentata
nel comprensorio della Provincia di Latina con buona consistenza
e costanza. In particolare nel comprensorio pontino sembra aver
eletto a propri ambienti preferiti i canali di bonifica ed campi
coltivati. Proprio per queste abitudini a frequentare zone diverse
e lontane dalle aree di censimento, appare probabile che la popolazione
possa essere sottostimata per i molti individui che sfuggono ai
censimenti.
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Fig. 11 - Una garzetta ha appena
catturato una preda |
Sgarza ciuffetto (Ardeola ralloides)
Fig. 12 - Sgarza ciuffetto
in caccia
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La
Sgarza ciuffetto (Ardeola ralloides) è
un piccolo airone tozzo, dal collo grosso.
L'altezza è di 45-50 cm., l' apertura alare di 85-90 cm.
Il piumaggio è fulvo chiaro, le ali bianche. Presenta un
lungo ciuffo nucale che rappresenta il carattere distintivo da
cui trae il nome. Il becco è sottile ed allungato, di colore
verdastro macchiettato di chiaro in inverno, nero bluastro durante
la cova. Le zampe verdognole divengono rosate durante la cova.
Quando è posata ha un aspetto tozzo e pesante, color crema
mentre in volo mostra delle dominanti bianche sulle ali, sulla
groppa e sulla coda. A volte può essere confusa con l’Airone
guardabuoi (Bubulcus ibis).
Frequenta le zone umide dell’Europa meridionale. L’habitat
è costituito da zone paludose con vegetazione, stagni,
zone allagate, canali e comunque sempre aree nelle vicinanza dell’acqua.
Si nutre di piccoli pesci, crostacei, ed insetti acquatici. È
fondamentalmente molto timido ed ha abitudini crepuscolari a differenza
della Garzetta e dell’Airone guardabuoi.
In volo assume la classica posizione degli aironi con la testa
incassa tra le scapole. Ama rimanere, durante il giorno, al riparo
del canneto o della vegetazione. Nidifica, isolata o in gruppetti
sparsi, in garzaie, sui pioppi o sugli eucalipti, spesso in compagnia
di altre specie di aironi.
Nel comprensorio pontino è indicata come migratrice regolare,
estivante e probabile nidificante.
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Fig. 13 - La Sgarza ciuffetto
frequenta spesso i canneti più folti |
Nitticora (Nycticorax nycticorax)
Fig. 14 - La Nitticora
una una colorazione grigia con ventre chiaro
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La
Nitticora (Nycticorax nycticorax) è un
airone dalle dimensioni medio-piccole e dall’aspetto piuttosto
tozzo.
La lunghezza è di 58-65 cm, il peso da 700 g. fino a 1
kg.
Il becco è molto massiccio di colorazione grigia o nera.
La coda è corta così come le zampe che sono verdastre.
Nell’adulto il petto è bianco-grigiastro mentre le
parti dorsali superiori sono nere. La testa è nera nella
parte superiore. Caratteristiche del periodo riproduttivo sono
le lunghe piume filiformi che ornano il capo. Queste hanno funzione
in fase di corteggiamento. L’occhio è molto grande
e di un colore rosso intenso. I giovani hanno una colorazione
del piumaggio molto diversa dall'adulto, marrone uniforme con
una fitta screziatura biancastra. In volo l’aspetto è
piuttosto compatto con il collo e le zampe allungate senza la
caratteristica forma ad esse propria degli altri aironi.
Nidifica in grazaie su pioppi, ontani, salici etc., in colonie
di parecchi individui anche di specie diverse costruendo i nidi
sugli alberi tra i 5 e i 10 metri di altezza.
La Nitticora si ciba di pesci, anfibi, insetti e quant’altro
può trovare nelle zone paludose che frequenta. Caratteristico
è il modo di cacciare: si pone su di un posatoio (un ramo
o più spesso la riva) con il collo allungato ed il becco
quasi a pelo d’acqua, pronta a ghermire la preda con uno
scatto fulmineo. Può anche cacciare planando sugli specchi
d’acqua e tuffandosi per catturare le prede. A volte frequenta
i prati e le zone asciutte alla ricerca di coleotteri. E’
molto attiva di notte, al crepuscolo o all’alba.
In Europa sono stimate dalle 63.000 alle 87.000 coppie nidificanti.
In Italia è considerata migratrice regolare, nidificante
e svernante regolare. Sono indicate dalle 14.000 alle 20.000 coppie
nidificanti nelle zone del Nord e del Centro-Sud.
Nel Lazio la specie parrebbe essere poco presente, anche se in
costante aumento, ma bisogna tener conto delle abitudini crepuscolari
e notturne che limitano molto i censimenti. Nei Laghi Pontini
è probabile nidificante.
Le aree di svernamento sono localizzate nell'Africa transa-hariana,
ma qualche individuo rimane a svernare irregolarmente nel territorio
pontino, anche se il fenomeno sembra essere in aumento. |
Fig. 15 - La Nitticora presenta
un caratteristico occhio rosso |
Airone guardabuoi (Bubulcus ibis)
Fig. 16 - L'airone guardabuoi
nella tipica fase della ricerca del cibo
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L'Airone guardabuoi (Bubulcus ibis) è un airone dalle
dimensioni medio-piccole, presente nel territorio pontino
come migratore irregolare, svernante.
L' altezza è di cm 48-53, l' apertura alare di cm 90-100.
Il piumaggio è bianco-candido negli adulti non in periodo
riproduttivo e nei giovani. Il dimorfismo sessuale è
molto scarso. In abito nunziale la testa e il petto sono crema
o fulvo. Il becco rosato o giallastro. Le zampe scure. Qualche
volta potrebbe, in scarse condizioni di luce, essere confuso
con la Garzetta da cui però si distingue per il collo
più corto ed il becco chiaro. Si caratterizza per le
abitudini alimentari differenti dalla maggioranza degli altri
aironi e conseguentemente dalla frequentazione di ambienti
particolari. Infatti raramente si alimenta presso stagni,
laghi o canali (anche se a volte non disdegna rane e piccoli
rettili) ma preferisce invece frequentare i campi in presenza
di bovini al pascolo, cibandosi di insetti, piccoli rettili,
coleotteri e quant’altro venga smosso dai loro zoccoli.
In realtà non si tratta di puro opportunismo ma di
simbiosi vera e propria. Infatti l’Airone guardabuoi si ciba, tra l’altro, dei parassiti dei bovini che ne
traggono, quindi, beneficio. Il nome é dato dal fatto
che spesso lo si vede appollaiato su dorso del bovino intento
a cibarsi di mosche emofaghe e zecche, pronto a fuggire al
minimo accenno di pericolo. Tale comportamento, ininfluente
nei nostri pascoli, è però estremamente utile
nelle savane africane dove allarmando l’ospite molto
spesso gli consente di sfuggire ai predatori. Alle nostre
latitudini ha sviluppato il proprio comportamento opportunista
con i macchinari agricoli che smuovendo il terreno portano
alla luce il cibo. Nidifica in garzaie su alberi alti, spesso
insieme ad altre specie di aironi, e con densità molto
elevate poiché non è raro che lo stesso albero
contenga molte decine di nidi contempo-raneamente.
In Italia la specie è indicata come sedentaria e nidificante
con circa 1.200 coppie nel 2002 di cui la metà in Sardegna.
Nel Lazio si è riprodotto per la prima volta nel 2008.
E', probabilmente, la specie che ha manifestato il più
forte incremento (si è raddoppiata se si considerano solo
gli ultimi 9 anni). Ma tali valori sono da considerarsi comunque
sottostimati perchè la specie è molto diffusa
lontano dai luoghi di censimento. Nell'entroterra pontino
è specie in forte espansione, che potrebbe però
essere minacciata dall'uso dei pesticidi in agricoltura.
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Fig. 17 - Airone guardabuoi in
abito estivo |
Tarabuso (Botarus stellaris)
Fig. 18 - L'estremo mimetismo
del tarabuso |
Il
tarabuso (Botarus stellaris) è un grande
ardeide di palude dall'aspetto tozzo e poco slanciato, il collo
corto e massiccio.
Può raggiungere l'altezza di 75 cm. E' specie politipica
a diffusione euroasiatica.
La colorazione è marrone e crema, barrata e screziata
di grigio e nero. Le ali, larghe e rotonde sono barrate molto
evidentemente di bruno e nero. Il capo presenta una macchia
nera (difficile da individuare a distanza) e due sotto gli occhi.
Il becco è giallo e piuttosto tozzo. Può essere
confuso con una Nitticora tranne che per le dimensioni.
E’ un animale molto elusivo che ama stare al riparo del
canneto, che rappresenta il suo habitat elettivo. Non vola quasi
mai. Quelle rare volte che lo fa, assume la classica posizione
degli aironi in volo con la testa incassata tra le scapole a
formare una “Z” con il resto del corpo. Il volo
è lento e pesante ma con battiti d’ala abbastanza
rapidi. È un animale crepuscolare e generalmente se ne
sta mimetizzato nel folto dei canneti dove assume una posizione
classica con il collo alzato ed allungato a somigliare ad una
canna. Ha un verso molto tipico, simile al suono prodotto soffiando
in una bottiglia, che si ode per lo più al crepuscolo
e che rappresenta il miglior modo per individuarlo. Evita in
genere le aree aperte e gelate di inverno per cui le popolazioni
dell’Europa settentrionale migrano a sud in inverno. Si
nutre principalmente di rane, pesci e insetti che cattura mimetizzandosi
tra le canne.
In Italia nidifica con 50-70 coppie, soprattutto nelle zone
umide della Pianura Padana, della Toscana, dell'Umbria e della
Puglia.
Nel lazio è specie regolare ma scarsa. La maggior concentrazione
si è riscontrata nei Laghi Reatini nel 2009 con 9 individui.
Nei Laghi Pontini la specie è regolare.
Bisogna, inoltre, considerare che le abitudini elusive della
specie, con la frequentazione criptica di giorno dei canneti
più folti, imporrebbero metodi di censimento specifici
per cui la popolazione è sicuramente sottostimata.
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Fig. 19 - Il tarabuso è
un tipico uccello da canneto come è
evidente dalla sual livrea |
Tarabusino (Ixobrychus minutus)
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Fig. 20 - Tarabusino maschio
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Fig. 21 - L'atteggiamento mimetico
"a palo"
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Il tarabusino (Ixobrychus minutus) è
un piccolo piccolo airone facilmente riconoscibile per le piccole
dimensioni.
La lunghezza è, infatti, di soli 35-40 cm., l'apertura
alare di 53-60 cm., ed il peso di 140 grammi.
Le copritrici alari sono color crema, le parti inferiori chiare.
Il dorso del maschio è nero con riflessi verde brillante.
La femmina ha strisce brune superiormente e fulve inferiormente
con le copritrici alari più spente del maschio. Le zampe
sono verdi. I giovani appaiono striati sopra e sotto. La livrea,
in particolare della femmina, è molto mimetica tra le canne.
È molto elusivo e difficile da osservare. Ama stare
al riparo del canneto da cui esce di notte per la caccia. Assume
spesso la classica posizione a “palo”, con il collo
dritto ed allungato, così da confondersi tra le canne ed
ingannare predatori e prede. Generalmente vive tra i canneti ma
lo si può osservare, durante le migrazioni, anche sulle
spiagge. La dieta è costituita da insetti, anfibi e piccoli
pesci che cattura con agguati tra le canne.
Il volo è lento potente e planato con batti d’ala
poco frequenti. Nidifica su piattaforme tra le canne ed i cespugli.
E’ diffuso in tutta l’Europa temperata, Australia,
Asia e Nuova Zelanda.
Nel comprensorio pontino è indicato come migratore regolare
e nidificante.
Per il Tarabusino vale, ed a maggior ragione, quanto detto per
altri ardeidi come il tarabuso. Le sue abitudini elusive ed il
fatto che esca di notte per la caccia fanno si che sia specie
alquanto difficile da censire. E' quindi probabile che la popolazione
del comprensorio e della regione sia sottostimata. |
Airone schistaceo (Egretta gularis schistacea)
Fig. 22 - L'airone schistaceo
è inconfondibile per il suo colore scuro
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L'Airone schistaceo (Egretta gularis),
più precisamente Garzetta schistacea orientale, rappresenta
una eccezione per quel che riguarda il suo avvistamento nel
comprensorio pontino. E' infatti stato censito nei Laghi Pontini
solamente nel 1987 e nel 1988 nè è stato trovato
un esemplare morto, ucciso da una fucilata. Da allora non si
è riscontrato più nessun rilevamento nella provincia
di Latina.
In europa sono osservabili due sottospecie differenti: La Garzetta
schistacea occidentale (Egretta gularis gularis), spesso
censita in Spagna, Francia ed Italia (con una probabile nidificazione
in Veneto), proveniente dall'Africa occidentale (Mauritania,
Marocco da dove giunge in Europa attraverso la Spagna), e la
Garzetta schistacea orientale (Egretta gularis schistacea),
proveniente dal medio oriente (le aree di nidificazione sono
nel mar Rosso), osservata in Italia (con 16-20 segnalazioni
accertate) ma anche in Francia (5-10) e Spagna.
E' probabile
che gli esemplari della forma schistacea procedono preferenzialmente
dalle zone di nidificazione del Mar Rosso lungo le coste settentrionali
di Egitto, Libia e Tunisia, per poi irradiarsi verso l’Europa
meridionale. La morfologia dell'Airone schistaceo è,
per la forma, del tutto simile alla comune Garzetta (Egretta
garzetta), tranne che per la colorazione. Le due specie,
tra l'altro, possono ibridarsi dando luogo ad esemplari intermedi.
L’adulto di Garzetta schistacea orientale (Egretta
gularis schistacea) presenta una colorazione uniformemente
grigio-bluastra; Alcuni individui possono essere più
scuri, quasi neri, ma sempre con forti sfumature bluastre. Il
giovane è più chiaro dell'adulto, opaco e spesso
con macchie chiare su ali, ventre e collo. E' presente una macchia
chiara lungo la parte anteriore del collo, che può presentare
i bordi sfumati ed irregolari nel piumaggio giovanile.
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