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GLI AIRONI DEL PARCO NAZIONALE DEL CIRCEO



Fig. 1 - Airone bianco maggiore (a sinistra) e Cenerino (a destra)


INTRODUZIONE GENERALE

Il Parco Nazionale del Circeo è uno dei 4 parchi storici italiani insieme al Parco del Gran Paradiso, al Parco Nazionale d’Abruzzo e al Parco dello Stelvio.
Istituito nel 1934, si estende, oggi, su superficie di circa 8.500 ha. di territorio Pontino: di questi, però, solo il 60%, appar-tengono alla Stato; il rimante 40% appartiene a Comuni e privati. Ciò determina il fatto che non tutte le aree del Parco sono soggette agli stessi controlli ed alla stessa manutenzione e questo, unito ad una antropizzazione del territorio molto elevata (i due Comuni di Sabaudia e San Felice Circeo sono di fatto dentro i confini del Parco), nel corso degli anni ha determinato una pressione antropica eccessiva sugli ambienti e sulla avifauna presente e di passaggio.
Ma nonostante questi e molti altri problemi (inquinamento, abusivismo edilizio, bracconaggio etc.) il Parco Nazionale del Circeo offre una tale sintesi unica di paesaggi eterogenei , al punto che nel 1978, l’Unesco è intervenuta per tutelare alcune zone con un vincolo speciale, adducendo il parco alla Convenzione di Ramsar sulle zone umide.
Particolare pregio, all’interno del Parco, rivestono le aree lacustri e quelle che circondano i 4 laghi di Paola, Monaci, Caprolace e Fogliano. Intorno ad essi insistono aree, generalmente adibite al pascolo delle mandrie di bufali, soggette ad impaludamento nel periodo invernale.
Tutte queste zone rappresentano l’ambiente ideale per la vita e la sosta delle varie specie di Ardeidi che si possono osservare nel Parco.

Nel Parco Nazionale del Circeo sono presenti 10 delle 11 specie di aironi presenti in Italia.
Alcune di esse mostrano una presenza costante e numerosa, con dei picchi in determinati periodi dell’anno; è questo il caso dell’Airone cenerino (Ardea cinerea), dell’Airone bianco maggiore (Egretta alba) e soprattutto dell’onnipresente Garzetta (Egretta garzetta). Negli ultimi anni si è potuto assistere ad un notevole incremento (anche fuori delle zone del Parco) della presenza dell’Airone guardabuoi (Bubulus ibis). Molto più raro è, invece, l’Airone rosso (Ardea purpurea), che si localizza nelle zone di minor disturbo antropico del Parco. Buona è anche la presenza della Nitticora (Nyctycorax nyctycorax) e della Sgarza ciuffetto (Ardeola ralloides), quest’ultima più legata alle stagioni migratorie. Più elusive e legate ai ritmi migratori sono invece le presenze del Tarabuso (Botarus stellaris) e del Tarabusino (Ixobrychus minutus). Del tutto occasionale è invece la presenza dell’Airone schistaceo (Egretta gularis) di cui si hanno avvistamenti solo negli anni 1987 e 1988.

Di seguito viene fornita una rassegna analitica sulle distribuzione delle varie specie nel comprensorio pontino, che, insieme ai Laghi Reatini e al Litorale Romano (foci del Tevere), rappresenta uno dei 10 siti di rilevante importanza per l'avifauna laziale.


Fig. 2 - I pantani stagionali favoriscono l'arrivo di moltissime
specie di aironi


Fig. 3 - Le aree degli stagni perenni e dei canneti favoriscono
le specie stanziali e nidificanti


Airone cenerino (Ardea cinerea)



Fig. 4 - L'Airone cenerino è forse il più comune degli ardeidi del parco nazionale del Circeo

L'Airone cenerino (Ardea cinerea) è una specie politipica di ardeide dalle grandi dimensioni, dalla presenza costante e dalla uniforme diffusione nel territorio pontino.
Le parti superiori del dorso presentano una livrea grigio-cenere da cui deriva il nome. Il collo e la testa sono bianchi con una caratteristica striscia nera sulla nuca. Il becco, lungo fino a 15 cm, è giallastro. Le zampe sono nerastre. Zampe e becco assumono una colorazione rossastra o carnacino in primavera.
Può essere alto fino a 100 cm con una apertura alare di 2 mt.
Lo si può trovare immobile nell’acqua bassa di laghi, fiumi, paludi, stagni, prati allagati e canali, intento a cacciare rane, pesci e rettili che cattura con un colpo fulmineo del becco.
Nidifica in garzaie, su alberi ad almeno 25-30 metri di altezza spesso insieme ad aironi di altre specie.
La figura in volo è caratteristica con la testa incassata all’indietro tra le spalle assumendo così una caratteristica forma ad “esse” che lo rende inconfondibile.
In Italia è specie sedentaria, svernante (la specie di Ardeide svernante più numerosa) e nidificante. Si stimano 12.500-13.000 coppie nidificanti per circa il 97% nelle vaste aree lacustri, fluviali, paludose ed allagate della pianura Padana.
Nel Lazio la specie è, come detto, distribuita abbastanza uni-formemente. Dopo i Laghi Reatini ed insieme al litorale romano, nei Laghi Pontini si è registrata la maggiore concentrazione di questa specie.
Complessivamente in queste tre aree si localizzano quasi il 60% degli individui del Lazio.
La specie è stata in continua crescita, anzi in forte incremento, fino al 2002, dopodichè ci sono state variazioni e fluttuazioni irregolari con anni di maggiore e di minor presenza.
E' una specie molto adattabile e poco selettiva per quel che riguarda gli ambienti la cui maggiore o minore frequentazione può derivare, di volta in volta e di luogo in luogo, da fattori contingenti. Così, per esempio nei Laghi Reatini frequenta spesso le aree adibite ad allevamento ittico, anzi probabilmente queste hanno rappresentato la causa prima del incremento notevole per queste zone. Nei comprensori del Litorale Romano e dei Laghi Pontini, invece, si è manifestata una notevole predilezione per i canali di bonifica e per i campi coltivati.


Fig. 5 - Airone cenerino in caccia


Fig. 6 - L'airone cenerino condivide spesso gli ambienti con l'airone bianco maggiore


Airone bianco maggiore (Ardea alba)



Fig. 7 - L'elegante sagoma dell'Airone bianco maggiore in volo

L'Airone bianco maggiore (Ardea alba) è una specie politipica di ardeide a diffusione cosmopolita.
Le dimensioni leggermente maggiori dell'Airone cenerino con una altezza fino a 105 cm ed una apertura alare di 210 cm, ne fanno l'Ardeide di maggiori dimensioni presente in Italia.
E' assolutamente inconfondibile, sia in volo che posato, per il piumaggio completamente bianco-candido che non cambia du-rante l'anno. Ha uno scarso dimorfismo sessuale. il becco è completamente giallo acceso. Le zampe sono nere o carnacino. Potrebbe essere confuso solo con la Garzetta (Egretta garzetta) da cui si distingue, però, per le dimensioni nettamente maggiori e per il becco giallo.
Le aree in cui è possibile trovarlo sono molto simili a quelle dell'Airone cenerino e cioè canneti, prati allagati, risaie, rive di laghi e canali. Qualche volta lo si trova nei pressi del mare specie in zone con scarso movimento delle acque.
Durante la stagione riproduttiva le piume del dorso si allungano a formare un ventaglio, il becco diventa nerastro e le zampe di un giallo acceso o addirittura color carnacino. In volo assume la classica posizione degli aironi con il collo tipicamente ad "esse" con un battito di ali piuttosto lento. Si nutre generalmente di pesci ma anche di insetti, anfibi e rettili; occasionalmente cattura anche piccoli mammiferi (roditori) o nidiacei di uccelli. Vive in gruppi di qualche decina di individui ma, a volte, ha abitudini solitarie. Nidifica spesso in colonie, anche con ardeidi di specie diverse, in garzaie o tra le canne.
In Italia si stimano dalle 2.000 alle 4.000 coppie svernanti. La specie si è insediata come nidificante solo recentemente (36 nidificazioni nella Pianura padana nel 2002).
Nel Lazio come per l'Airone cenerino (Ardea cinerea) i Laghi Reatini, il Litorale Romano ed i Laghi Pontini sono le aree dove si è registrata la maggiore concentrazione di questa specie (il 63% del totale degli individui del Lazio).
L'andamento è stato in crescita fino al 2002 con fluttuazioni irregolari negli anni successivi.
Probabilmente alcuni esemplari sfuggono ai censimenti perchè l'Airone bianco maggiore ama frequentare aree agricole distanti dalle aree oggetto dei censimenti.
Fig.8 - L'inconfodibile ed elegante silhuoette dell'Airone
bianco maggiore


Airone rosso (Ardea purpurea)



Fig. 9 - Airone rosso in volo
L'airone rosso (Ardea purpurea) è una specie a distribuzione Paleartica, limitatamente alle regioni meridionali, Afrotropicale (Africa a sud del Sahara), Orientale (Asia a sud dell'Himalaya).
E' il più piccolo fra i tre aironi di maggiori dimensioni (Airone cenerino e Airone bianco maggiore) con una altezza di 70-95 cm, una apertura alare di 150 cm. ed un peso di circa 1,5 kg. In volo somiglia molto all’airone cenerino ed in condizioni di luce scarsa è facilmente confondibile. Il corpo è scuro e allungato. La testa e il collo sono stretti e allungati con il lungo becco con cui afferra le prede. Le zampe presentano dita lunghe e molto distanziate che gli permettono di camminare facilmente sui terreni paludosi e sulla vegetazione acquatica. La colorazione del collo, delle parti ventrali e della parte speriore delle ali è tipicamente rossiccia con piume lunghe, specie nella stagione degli amori. Si nutre di insetti (larve e adulti) che cattura con il lungo becco e ingoia con un rapido movimento del collo e della testa rigirando le prede dalla parte della testa, per facilitarne il passaggio attraverso l'esofago. Occasionalmente mangia piccoli mammiferi, serpenti e lucertole, coleotteri, crostacei e molluschi. Il volo è potente e regolare con battito di ali lento e caratteristica posizione con il corpo ed il collo ad "esse" e le zampe ripiegate sotto il ventre.
Costruisce i nidi solitamente nei canneti o tra altre piante tipiche delle zone umide, in piccole colonie generalmente composte da due o tre coppie, o da solo, in cumuli di piante ed erbe che innalza di circa 1 metro sul livello delle acque.
E’ molto più elusivo dell’Airone cenerino e dell’Airone bianco maggiore, preferendo sostare all’interno delle zone più protette di paludi e canneti dove risulta quindi meno visibile.
Nella Provincia di Latina è specie migratrice regolare e possibile nidificante. Le segnalazioni riguardano essenzialmente i Laghi Pontini ( in specie la zona di fitto canneto tra il i laghi di Caprolace e Paola denominata Stagni di Sant'andrea) ed il Lago di Fondi; Nel Lazio sono state accertate nidificazioni nel litorale romano.
E' specie molto timida e sensibile al disturbo sia antropico che determinato dalla caccia.


Garzetta (Egretta Garzetta)



Fig. 10 - La garzetta in volo
La Garzetta (Egretta garzetta) è un piccolo airone comple-tamente bianco candido con becco nero, zampe nere e piedi gialli. La lunghezza è di 55-60 cm., l'apertura alare di 90-100 cm., ed il peso 400-650 grammi. Il maschio è leggermente più grande della femmina. Intorno all’occhio è presente una macchia gialla. Il portamento è particolarmente aggraziato e l’animale è molto snello e slanciato. Non presenta dimorfismo e dicromismo sessuale. Vola nel tipico assetto degli aironi con la testa retratta tra le spalle, il collo piegato a Z e le ali battute lentamente. In estate l’abito appare particolarmente bello con le penne scapolari molto lunghe e delicate cosi come la cresta.
Potrebbe essere confuso solo con l'Airone Bianco maggiore (Ardea alba ) da cui si distingue, però, per le dimensioni nettamente minori e per il becco nero.
Frequenta laghi, fiumi, lagune aree acquitrinose aperte ma molto spesso la si vede anche lungo le coste marine o appollaiata sugli scogli. Si ciba di piccoli pesci, crostacei, larve e coleotteri acquatici che cattura usando una tecnica molto particolare. Si appollaia su un posatoio e tende degli agguati alle prede che le passano vicino con una tecnica talmente perfetta da garantirle altissime percentuali di successo. Spesso la preda viene trafitta con un colpo del becco. Alternativamente insegue i piccoli pesciolini nell’acqua bassa correndo loro appresso. Nidifica in garzaie, su pioppi o salici, mischiata con altri aironi. Costruisce i nidi con vegetazione e canne su alberi alti.
In Italia nidificano circa 15.000-16.000 coppie che rappre-sentano il 25% di tutta la popolazione europea. La prima nidificazione nel Lazio è stata registrata nelle Saline di Tarquinia in una pineta artificiale costiera. E' specie ben rappresentata nel comprensorio della Provincia di Latina con buona consistenza e costanza. In particolare nel comprensorio pontino sembra aver eletto a propri ambienti preferiti i canali di bonifica ed campi coltivati. Proprio per queste abitudini a frequentare zone diverse e lontane dalle aree di censimento, appare probabile che la popolazione possa essere sottostimata per i molti individui che sfuggono ai censimenti.

Fig. 11 - Una garzetta ha appena catturato una preda

Sgarza ciuffetto (Ardeola ralloides)



Fig. 12 - Sgarza ciuffetto in caccia
La Sgarza ciuffetto (Ardeola ralloides) è un piccolo airone tozzo, dal collo grosso.
L'altezza è di 45-50 cm., l' apertura alare di 85-90 cm.
Il piumaggio è fulvo chiaro, le ali bianche. Presenta un lungo ciuffo nucale che rappresenta il carattere distintivo da cui trae il nome. Il becco è sottile ed allungato, di colore verdastro macchiettato di chiaro in inverno, nero bluastro durante la cova. Le zampe verdognole divengono rosate durante la cova. Quando è posata ha un aspetto tozzo e pesante, color crema mentre in volo mostra delle dominanti bianche sulle ali, sulla groppa e sulla coda. A volte può essere confusa con l’Airone guardabuoi (Bubulcus ibis).
Frequenta le zone umide dell’Europa meridionale. L’habitat è costituito da zone paludose con vegetazione, stagni, zone allagate, canali e comunque sempre aree nelle vicinanza dell’acqua. Si nutre di piccoli pesci, crostacei, ed insetti acquatici. È fondamentalmente molto timido ed ha abitudini crepuscolari a differenza della Garzetta e dell’Airone guardabuoi.
In volo assume la classica posizione degli aironi con la testa incassa tra le scapole. Ama rimanere, durante il giorno, al riparo del canneto o della vegetazione. Nidifica, isolata o in gruppetti sparsi, in garzaie, sui pioppi o sugli eucalipti, spesso in compagnia di altre specie di aironi.
Nel comprensorio pontino è indicata come migratrice regolare, estivante e probabile nidificante.

Fig. 13 - La Sgarza ciuffetto frequenta spesso i canneti più folti

Nitticora (Nycticorax nycticorax)



Fig. 14 - La Nitticora una una colorazione grigia con ventre chiaro
La Nitticora (Nycticorax nycticorax) è un airone dalle dimensioni medio-piccole e dall’aspetto piuttosto tozzo.
La lunghezza è di 58-65 cm, il peso da 700 g. fino a 1 kg.
Il becco è molto massiccio di colorazione grigia o nera. La coda è corta così come le zampe che sono verdastre. Nell’adulto il petto è bianco-grigiastro mentre le parti dorsali superiori sono nere. La testa è nera nella parte superiore. Caratteristiche del periodo riproduttivo sono le lunghe piume filiformi che ornano il capo. Queste hanno funzione in fase di corteggiamento. L’occhio è molto grande e di un colore rosso intenso. I giovani hanno una colorazione del piumaggio molto diversa dall'adulto, marrone uniforme con una fitta screziatura biancastra. In volo l’aspetto è piuttosto compatto con il collo e le zampe allungate senza la caratteristica forma ad esse propria degli altri aironi.
Nidifica in grazaie su pioppi, ontani, salici etc., in colonie di parecchi individui anche di specie diverse costruendo i nidi sugli alberi tra i 5 e i 10 metri di altezza.
La Nitticora si ciba di pesci, anfibi, insetti e quant’altro può trovare nelle zone paludose che frequenta. Caratteristico è il modo di cacciare: si pone su di un posatoio (un ramo o più spesso la riva) con il collo allungato ed il becco quasi a pelo d’acqua, pronta a ghermire la preda con uno scatto fulmineo. Può anche cacciare planando sugli specchi d’acqua e tuffandosi per catturare le prede. A volte frequenta i prati e le zone asciutte alla ricerca di coleotteri. E’ molto attiva di notte, al crepuscolo o all’alba.
In Europa sono stimate dalle 63.000 alle 87.000 coppie nidificanti. In Italia è considerata migratrice regolare, nidificante e svernante regolare. Sono indicate dalle 14.000 alle 20.000 coppie nidificanti nelle zone del Nord e del Centro-Sud.
Nel Lazio la specie parrebbe essere poco presente, anche se in costante aumento, ma bisogna tener conto delle abitudini crepuscolari e notturne che limitano molto i censimenti. Nei Laghi Pontini è probabile nidificante.
Le aree di svernamento sono localizzate nell'Africa transa-hariana, ma qualche individuo rimane a svernare irregolarmente nel territorio pontino, anche se il fenomeno sembra essere in aumento.

Fig. 15 - La Nitticora presenta un caratteristico occhio rosso

Airone guardabuoi (Bubulcus ibis)



Fig. 16 - L'airone guardabuoi nella tipica fase della ricerca del cibo

L'Airone guardabuoi (Bubulcus ibis) è un airone dalle dimensioni medio-piccole, presente nel territorio pontino come migratore irregolare, svernante.
L' altezza è di cm 48-53, l' apertura alare di cm 90-100.
Il piumaggio è bianco-candido negli adulti non in periodo riproduttivo e nei giovani. Il dimorfismo sessuale è molto scarso. In abito nunziale la testa e il petto sono crema o fulvo. Il becco rosato o giallastro. Le zampe scure. Qualche volta potrebbe, in scarse condizioni di luce, essere confuso con la Garzetta da cui però si distingue per il collo più corto ed il becco chiaro. Si caratterizza per le abitudini alimentari differenti dalla maggioranza degli altri aironi e conseguentemente dalla frequentazione di ambienti particolari. Infatti raramente si alimenta presso stagni, laghi o canali (anche se a volte non disdegna rane e piccoli rettili) ma preferisce invece frequentare i campi in presenza di bovini al pascolo, cibandosi di insetti, piccoli rettili, coleotteri e quant’altro venga smosso dai loro zoccoli. In realtà non si tratta di puro opportunismo ma di simbiosi vera e propria. Infatti l’Airone guardabuoi si ciba, tra l’altro, dei parassiti dei bovini che ne traggono, quindi, beneficio. Il nome é dato dal fatto che spesso lo si vede appollaiato su dorso del bovino intento a cibarsi di mosche emofaghe e zecche, pronto a fuggire al minimo accenno di pericolo. Tale comportamento, ininfluente nei nostri pascoli, è però estremamente utile nelle savane africane dove allarmando l’ospite molto spesso gli consente di sfuggire ai predatori. Alle nostre latitudini ha sviluppato il proprio comportamento opportunista con i macchinari agricoli che smuovendo il terreno portano alla luce il cibo. Nidifica in garzaie su alberi alti, spesso insieme ad altre specie di aironi, e con densità molto elevate poiché non è raro che lo stesso albero contenga molte decine di nidi contempo-raneamente.
In Italia la specie è indicata come sedentaria e nidificante con circa 1.200 coppie nel 2002 di cui la metà in Sardegna. Nel Lazio si è riprodotto per la prima volta nel 2008. E', probabilmente, la specie che ha manifestato il più forte incremento (si è raddoppiata se si considerano solo gli ultimi 9 anni). Ma tali valori sono da considerarsi comunque sottostimati perchè la specie è molto diffusa lontano dai luoghi di censimento. Nell'entroterra pontino è specie in forte espansione, che potrebbe però essere minacciata dall'uso dei pesticidi in agricoltura.

 


Fig. 17 - Airone guardabuoi in abito estivo
Tarabuso (Botarus stellaris)



Fig. 18 - L'estremo mimetismo del tarabuso

Il tarabuso (Botarus stellaris) è un grande ardeide di palude dall'aspetto tozzo e poco slanciato, il collo corto e massiccio.
Può raggiungere l'altezza di 75 cm. E' specie politipica a diffusione euroasiatica.
La colorazione è marrone e crema, barrata e screziata di grigio e nero. Le ali, larghe e rotonde sono barrate molto evidentemente di bruno e nero. Il capo presenta una macchia nera (difficile da individuare a distanza) e due sotto gli occhi. Il becco è giallo e piuttosto tozzo. Può essere confuso con una Nitticora tranne che per le dimensioni.
E’ un animale molto elusivo che ama stare al riparo del canneto, che rappresenta il suo habitat elettivo. Non vola quasi mai. Quelle rare volte che lo fa, assume la classica posizione degli aironi in volo con la testa incassata tra le scapole a formare una “Z” con il resto del corpo. Il volo è lento e pesante ma con battiti d’ala abbastanza rapidi. È un animale crepuscolare e generalmente se ne sta mimetizzato nel folto dei canneti dove assume una posizione classica con il collo alzato ed allungato a somigliare ad una canna. Ha un verso molto tipico, simile al suono prodotto soffiando in una bottiglia, che si ode per lo più al crepuscolo e che rappresenta il miglior modo per individuarlo. Evita in genere le aree aperte e gelate di inverno per cui le popolazioni dell’Europa settentrionale migrano a sud in inverno. Si nutre principalmente di rane, pesci e insetti che cattura mimetizzandosi tra le canne.
In Italia nidifica con 50-70 coppie, soprattutto nelle zone umide della Pianura Padana, della Toscana, dell'Umbria e della Puglia.
Nel lazio è specie regolare ma scarsa. La maggior concentrazione si è riscontrata nei Laghi Reatini nel 2009 con 9 individui.
Nei Laghi Pontini la specie è regolare.
Bisogna, inoltre, considerare che le abitudini elusive della specie, con la frequentazione criptica di giorno dei canneti più folti, imporrebbero metodi di censimento specifici per cui la popolazione è sicuramente sottostimata.




Fig. 19 - Il tarabuso è un tipico uccello da canneto come è
evidente dalla sual livrea

Tarabusino (Ixobrychus minutus)



Fig. 20 - Tarabusino maschio


Fig. 21 - L'atteggiamento mimetico "a palo"


Il tarabusino
(Ixobrychus minutus) è un piccolo piccolo airone facilmente riconoscibile per le piccole dimensioni.
La lunghezza è, infatti, di soli 35-40 cm., l'apertura alare di 53-60 cm., ed il peso di 140 grammi.
Le copritrici alari sono color crema, le parti inferiori chiare. Il dorso del maschio è nero con riflessi verde brillante. La femmina ha strisce brune superiormente e fulve inferiormente con le copritrici alari più spente del maschio. Le zampe sono verdi. I giovani appaiono striati sopra e sotto. La livrea, in particolare della femmina, è molto mimetica tra le canne.
È molto elusivo e difficile da osservare. Ama stare al riparo del canneto da cui esce di notte per la caccia. Assume spesso la classica posizione a “palo”, con il collo dritto ed allungato, così da confondersi tra le canne ed ingannare predatori e prede. Generalmente vive tra i canneti ma lo si può osservare, durante le migrazioni, anche sulle spiagge. La dieta è costituita da insetti, anfibi e piccoli pesci che cattura con agguati tra le canne.
Il volo è lento potente e planato con batti d’ala poco frequenti. Nidifica su piattaforme tra le canne ed i cespugli.
E’ diffuso in tutta l’Europa temperata, Australia, Asia e Nuova Zelanda.
Nel comprensorio pontino è indicato come migratore regolare e nidificante.
Per il Tarabusino vale, ed a maggior ragione, quanto detto per altri ardeidi come il tarabuso. Le sue abitudini elusive ed il fatto che esca di notte per la caccia fanno si che sia specie alquanto difficile da censire. E' quindi probabile che la popolazione del comprensorio e della regione sia sottostimata.

Airone schistaceo (Egretta gularis schistacea)




Fig. 22 - L'airone schistaceo è inconfondibile per il suo colore scuro

L'Airone schistaceo (Egretta gularis), più precisamente Garzetta schistacea orientale, rappresenta una eccezione per quel che riguarda il suo avvistamento nel comprensorio pontino. E' infatti stato censito nei Laghi Pontini solamente nel 1987 e nel 1988 nè è stato trovato un esemplare morto, ucciso da una fucilata. Da allora non si è riscontrato più nessun rilevamento nella provincia di Latina.
In europa sono osservabili due sottospecie differenti: La Garzetta schistacea occidentale (Egretta gularis gularis), spesso censita in Spagna, Francia ed Italia (con una probabile nidificazione in Veneto), proveniente dall'Africa occidentale (Mauritania, Marocco da dove giunge in Europa attraverso la Spagna), e la Garzetta schistacea orientale (Egretta gularis schistacea), proveniente dal medio oriente (le aree di nidificazione sono nel mar Rosso), osservata in Italia (con 16-20 segnalazioni accertate) ma anche in Francia (5-10) e Spagna.
E' probabile che gli esemplari della forma schistacea procedono preferenzialmente dalle zone di nidificazione del Mar Rosso lungo le coste settentrionali di Egitto, Libia e Tunisia, per poi irradiarsi verso l’Europa meridionale. La morfologia dell'Airone schistaceo è, per la forma, del tutto simile alla comune Garzetta (Egretta garzetta), tranne che per la colorazione. Le due specie, tra l'altro, possono ibridarsi dando luogo ad esemplari intermedi. L’adulto di Garzetta schistacea orientale (Egretta gularis schistacea) presenta una colorazione uniformemente grigio-bluastra; Alcuni individui possono essere più scuri, quasi neri, ma sempre con forti sfumature bluastre. Il giovane è più chiaro dell'adulto, opaco e spesso con macchie chiare su ali, ventre e collo. E' presente una macchia chiara lungo la parte anteriore del collo, che può presentare i bordi sfumati ed irregolari nel piumaggio giovanile.

© Articolo di Scalia Biagio Alberto - tutti i diritti su testo ed immagni riservati

 

 

 


 


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